Prevenzione delle ulcere da pressione

prevencion de las ulceras por presion

Le Ulcere da Pressione (UdP) rappresentano un problema sanitario di notevole rilevanza. I tassi di incidenza sono estremamente variabili: tra il 20 e l’80% della popolazione, lungi però dall’essere considerate come lesioni irrimediabili associate a persone ipomobili e/o anziane. Sono definibili come lesioni localizzate alla cute o agli strati sottocutanei, in corrispondenza di una prominenza ossea come risultato di pressione o pressione in combinazione con forze da taglio. Il 95-98% delle lesioni da decubito sarebbero prevenibili se i pazienti fossero correttamente valutati e fossero attivati i protocolli di prevenzione. Perché allora continuano a comparire? Questa è una domanda a cui cercheremo di rispondere.

A priori, e analizzando l’interessante articolo di Martín, B., potremmo affermare come questa incoerenza sia dovuta ad una mancanza di competenze o ad una mancanza di conoscenza delle Clinical Practice Guidelines (CPG) da parte del personale infermieristico. Ma se guardiamo le conclusioni tratte da Beeckman, D. nel suo studio multicentrico pubblicato nel 2011, emerge davanti a noi un quadro completamente diverso dal previsto, dove la chiave per ottenere una corretta attuazione delle raccomandazioni contenute nelle CPG sembra risiedere nell’atteggiamento del singolo individuo: un aspetto della soggettività individuale basato su credenze, predisposizioni e motivazioni, la cui modifica può essere la chiave del successo dei programmi di prevenzione delle ulcere da pressione. È forse l’atteggiamento del personale sanitario la chiave del successo in altre aree dell’assistenza sanitaria? Saremo in grado di cambiare questi atteggiamenti? Martin, B., dopo tutta questa analisi, pone i seguenti quesiti nel suo articolo:

“Cosa definiamo come un’attitudine positiva nella cura delle ulcere da pressione?, Quali aspetti specifici dell’attitudine lavorativa individuale sono determinanti? E’ possibile lavorare su questi aspetti? Possono essere modificati quelli considerati come ostacolanti? Perché, pur avendo conoscenze adeguate, accesso alle informazioni, mezzi e supporto istituzionale, le cose non vengono fatte bene? C’è ancora molto da indagare.”

Attività per la prevenzione delle ulcere da pressione

Lasciando da parte, per ora, il lavoro degli operatori sanitari, concentriamoci sulle attività di prevenzione che saranno utili nella pratica quotidiana.

Una corretta scelta delle cure e delle azioni volte a raggiungere un’efficace prevenzione delle ulcere da pressione comporta una grande complessità a causa dell’elevato numero di fattori che giocano un ruolo cruciale in questo processo. Una cosa che dovrebbe sempre essere tenuta a mente è che tutte le cure pianificate dovrebbero essere basate sulle più recenti e migliori prove scientifiche disponibili. A questo scopo, e senza la necessità che il professionista abbia conoscenze di ricerche bibliografiche o di lettura critica di articoli scientifici, abbiamo a disposizione l’accesso a numerosi CPG di recente pubblicazione. Questi CPG sono un compendio di raccomandazioni basate sulle ultime evidenze scientifiche disponibili che forniscono ai professionisti uno strumento prezioso per facilitare il processo decisionale nella loro pratica sanitaria.

Tutte queste raccomandazioni possono sembrare troppo numerose e difficili da ordinare e memorizzare per poterle integrare nella nostra pratica quotidiana.

Le linee guida EPUAP ci indicano tra le raccomandazioni alcuni interventi a prendere in considerazione:

  • Valutazione e cura della cute
  • Mobilizzazione
  • Utilizzo dei presidi antidecubito
  • Valutazione dello stato nutrizionale

L’infermiere, di fronte ad un paziente con una situazione di rischio di sviluppare LdP:

  1. valuta le aree del corpo più a rischio di lesioni, a seconda che il paziente sia allettato (nuca, lobi delle orecchie, bacino, zona sacrale, scapole, gomiti, talloni) o in carrozzina (parte bassa della schiena, zona sacrale, talloni, piedi);
  2. valuta il dolore manifestato dal paziente almeno una volta a turno e ogni 30’ dopo la somministrazione di un analgesico su prescrizione medica;
  3. presta attenzione ad eventuali cambiamenti della cute (colorazione, secchezza o macerazione, stati insoliti di calore o raffreddamento, gonfiore o indurimento, lesioni allo stadio iniziale);
  4. garantisce una detersione delicata seguita da un’asciugatura per tamponamento e un corretto grado di idratazione o protezione della cute a seconda dell’esigenza del singolo paziente;
  5. garantisce la mobilità del paziente almeno ogni due ore con l’utilizzo di materasso antidecubito, ausili per il mantenimento della postura, garantendo anche l’igiene dell’unità di degenza (biancheria pulita e ben stirata);
  6. consiglia consultazione di un nutrizionista per garantire un corretto apporto nutrizionale (link) secondo le esigenze dell’assistito.

Valutazione del rischio nutrizionale. MUST (Malnutrition Universal Screening Tool)

L’importanza della prevenzione delle ulcere da pressione è chiara dagli innumerevoli studi condotti finora, è nelle nostre mani prevenire la sofferenza dei pazienti: non perdiamo questa opportunità.

 

Bibliografia:

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