Vivere con le ulcere del piede diabetico… per quanto tempo?
- Formicolio e crampi, soprattutto di notte, mancanza di sensibilità, gonfiore, arrossamento, malformazioni e secchezza della pelle sono tra i principali sintomi del piede diabetico.
- La maggior parte delle ferite sorgono a livello della pianta del piede o delle dita del piede e possono estendersi fino alla caviglia.
– “Nonna, non vieni più al parco con me?”
Mi chiamo Sara, ho 65 anni, e questa è stata forse la domanda più triste della mia vita. E la più difficile. Non solo perché mi si spezza il cuore a pensare alla risposta. Né perché non so bene cosa dire per non far preoccupare mia nipote, la persona che amo di più al mondo. Soprattutto, è avvilente perché non posso rispondere a qualcosa per cui nessuno, nemmeno io, può trovare una soluzione.
Lei è Sara e rappresenta la storia di migliaia di persone affette da diabete che soffrono di lesioni croniche al piede.
Cosa aspettarsi quando non si fa altro che aspettare?
So che ho ancora molto da vivere: sono giovane… ma soffro di diabete mellito e, da qualche mese, ho un’ulcera al piede che mi causa gravi sofferenze.
Mio nipote mi chiede se tornerò al parco con lui. Me lo chiedo anch’io. Mi chiedo anche se sarò in grado di tornare al mercato. E andare a fare una passeggiata. O andare a comprare il pane. O dormire una notte intera senza provare dolore. Potrò tornare a vivere una vita normale?
Le ulcere fanno male. La paura fa più male.
“Fa molto male?” e “Perché hai delle ferite ai piedi?” sono le due domande principali che tormentano mio nipote. Gli sorrido e, mentendo, gli dico che ha una nonna molto goffa che continua a inciampare su tutto. È allora che mi guarda stranito, cercando di capire: qualcosa gli sfugge, ma ancora non ha chiara la situazione.
Ricordo che lo andavo a prendere a scuola, che chiamavo sua madre per dirle che dovevamo fare delle commissioni cosicché potessimo passare più tempo al parco insieme, che avevo sempre un sacchetto di caramelle con me, pronto per i suoi baci “scandalosamente grandi”, e che ogni volta che giocavamo a nascondino io baravo e lui si arrabbiava. Ricordo anche questo, ogni giorno. Soprattutto perché, anche se le ferite fanno male, ciò che fa più male è non sapere quando finalmente guariranno. E, quando guariranno, la loro risoluzione sarà mai definitiva?
Dovrò sedermi con mio nipote un giorno e dirgli “no, non posso più venire al parco con te”?