Il debridement, o sbrigliamento, è una buona pratica per ogni tipo di lesione ma, prima di eseguire tale trattamento, specialmente su un paziente affetto da ulcera vascolare, dobbiamo partire dalla seguente premessa: non stiamo curando solo un’ulcera, ma ci stiamo prendendo cura di una persona che soffre di un’ulcera, quindi la nostra valutazione prima di approcciare il trattamento deve essere una valutazione globale della persona e una valutazione locale dell’ulcera.
La strategia terapeutica più efficace nel trattamento delle ulcere agli arti inferiori è quella che colpisce e tratta la sua eziologia, come abbiamo chiarito: è molto importante conoscere la causa che sta producendo la lesione, classificare e differenziare queste ferite per affrontare con successo il loro trattamento.
All’interno della strategia terapeutica locale della ferita cercheremo i fattori che sono in grado di promuovere la guarigione della ferita in base al concetto di “preparazione del letto della ferita” questo è un concetto dinamico che si adatta alle esigenze della ferita e del processo di guarigione.
Lo sbrigliamento è il primo passo per ottenere la guarigione: senza un buon debridement le fasi di granulazione ed epitelizzazione non possono avvenire.
In cosa consiste il debridement?
Si tratta della rimozione del tessuto devitalizzato e necrotico che ostacola la guarigione di una ferita.
Il tessuto necrotico è formato da collagene, fibrina ed elastina, ostacola il processo di guarigione formando una barriera fisica, blocca il processo di riparazione nella fase infiammatoria, produce un’ostruzione meccanica nella retrazione dei bordi della ferita e favorisce lo sviluppo di batteri.
Nelle ulcere vascolari è più comune trovare tessuto non vitale sotto forma di slough, fibrina o biofilm: tutti questi sono tessuti che ostacolano la guarigione e che dovremo sbrigliare.
Tessuto devitalizzato formato soprattutto da fibrina.
È di colore giallo ed è adeso al letto della lesione.
Tessuto devitalizzato formato da proteine denaturate come collagene e fibrina, batteri e detriti cellulari, con un colore giallo-biancastro e una consistenza viscosa.
Tessuto devitalizzato formato da colonie di batteri organizzati in modo complesso ed aderenti al letto della lesione. Di solito è presente nelle ulcere croniche ed è molto difficile da rimuovere.
Diversi tipi di debridement
- Chirurgico: viene eseguito in sala operatoria.
- Enzimatico: viene eseguito con prodotti enzimatici.
- Autolitico: basato sul principio della guarigione in ambiente umido.
- Osmotico: basato sullo scambio di fluidi di diversa densità.
- Meccanico: implica l‘uso di medicazioni per rimuovere il tessuto non vitale dal letto della ferita
- Biologico: Terapia larvale (non in uso in Italia)
Sceglieremo quale di questi sistemi di debridement adottare per rimuovere il tessuto devitalizzato nelle lesioni vascolari a seconda delle condizioni di ogni lesione, della persona e del luogo dove riceve le cure. Non dobbiamo necessariamente sceglierne uno, ma possiamo abbinarli e persino alternarli.
Prima di decidere un tipo di debridement in un’ulcera vascolare dobbiamo ricordare che il dolore è di solito presente in molte di queste lesioni e quindi dovremo stare attenti a scegliere la pratica che faccia soffrire meno il paziente, a meno che il debridement non venga eseguito sotto anestesia.
Le ulcere venose croniche spesso presentano biofilm che richiedono, per la sua eliminazione, un debridement chirurgico con anestesia, oltre all’uso di medicazioni appropriate per evitare che queste colonie batteriche ritardino ulteriormente la guarigione della ferita.
Anche se può sembrare facile identificare il tessuto devitalizzato nelle ulcere vascolari e scegliere una delle pratiche di debridement di cui sopra, non è facile differenziare il biofilm del tessuto fibrinoso e spesso è frustrante vedere come il tessuto rimosso il giorno dopo si sia già riformato.
Nelle ulcere vascolari l’approccio al debridement non sarà lo stesso per tutti: oltre a prendere in considerazione la persona e il suo ambiente, dobbiamo tenere a mente che se l’ulcera è di origine arteriosa, dobbiamo evitare di esacerbare il dolore. Manterremo una cura secca e, fino a quando non verrà eseguita la rivascolarizzazione dell’arto, non è consigliato sbrigliare, a meno che non ci siano segni di infezione.
Il luogo dove andremo ad eseguire questa tecnica è essenziale quando si sceglie la procedura: tutti conoscono le difficoltà che possiamo avere ad eseguire un debridement in casa, con possibili complicazioni come il sanguinamento
In molte occasioni questi aspetti menzionati ci guideranno nel preferire un debridement o un altro, scegliendo non il più veloce, ma il più sicuro per il paziente e, a volte, combinandone diversi.
Il debridement, essendo un passo fondamentale per ottenere la guarigione delle ulcere vascolari, rimane una sfida terapeutica per ognuno di noi.
Fonti:
http://www.woundsinternational.com
Un commento su “Debridement, un passo fondamentale nella guarigione delle ulcere vascolari”
Eccellente blog, mi interesserebbe avere maggiori informazioni in merito