Debridement ad ultrasuoni 

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In questo articolo affronterò il tema del debridement ad ultrasuoni, una metodologia poco diffusa sul territorio ma che ha notevoli risvolti positivi nel processo di guarigione di una ferita. 

Come specialisti in vulnologia, è vero che si è reclutati per trattare lesioni cutanee, spesso di difficile e lunga guarigione, ma è bene sempre tenere a mente che al centro dell’operato non c’è la ferita, ma la persona che ne è portatrice un insieme di vissuto, psiche, contesto sociale e patologie, un mondo in cui la lesione è solo un fenomeno non estraibile dal suo contesto. 

Ciò è da collegarsi a cosa sia il processo di guarigione di una lesione: lo specialista deve tenerlo a mente perché esso è traccia del proprio operato, ma anche perché, con una terminologia adeguata, va condiviso con il paziente per ottenerne una maggior compliance. 

Il processo di guarigione di una ferita può definirsi come una serie di eventi complessi a cascata, in cui varie tipologie di cellule vengono coinvolte e che ha come fine la riparazione della soluzione di continuità tessutale con la formazione di un neotessuto con caratteristiche più o meno simili a quello originale. Le fasi di tale processo sono la coagulazione, la flogosi, la granulazione e, infine, la chiusura della ferita.

 

Non è raro che le ferite non giungano a guarigione spontaneamente e che, invece, cronicizzino. I fattori che ritardano e, a volte, bloccano, il processo di riparazione tessutale sono vari, tra i quali possiamo ricordare: fattori sistemici, come età, patologie di base della persona, stato nutrizionale, stato immunitario, farmaci assunti e condizioni psicosociali, e fattori locali, stato della cute perilesionale, ipossia, infezione, necrosi, traumi ricorrenti ecc. 

La valutazione di tali fattori, delle cause generali e dell’eziologia della ferita, va poi completata con la valutazione della lesione stessa secondo i principi del TIME (acronimo indicante Tessuto, Infezione/Infiammazione, Macerazione ed Epidermide) e della Wound Bed Preparation 

 

La Wound Bed Preparation 

La preparazione del letto di ferita è un “algoritmo-guida” per il professionista sanitario, che concorre, nelle sue fasi, al miglioramento e alla facilitazione del fisiologico processo di guarigione. Gli elementi che compongono la wound bed preparation sono la detersione, il debridement o sbrigliamento, la gestione della carica batterica e la gestione dell’essudato. 

Il debridement o sbrigliamento è quell’attività svolta con svariate metodologie (enzimatica/autolitica, con taglienti, ad ultrasuoni, meccanica, chirurgica o con larve) che porta alla rimozione dal letto di ferita del tessuto non vitale e di ostacolo al normale processo di guarigione. 

Debridement ad ultrasuoni 

Da qualche mese dispongo di un macchinario ad ultrasuoni che permette di ripulire le ulcere da necrosi, fibrina e batteri, con dolore minimo, riducendo i tempi di guarigione.
Gli ultrasuoni derivano da un processo di trasformazione dell’energia elettrica in vibrazioni meccaniche: le punte del macchinario amplificano queste vibrazioni meccaniche trasferendo l’energia sulla superficie della ferita, sul perilesionale e sui tessuti sottostanti per mezzo di un contatto diretto. Questo, unito ad un costante getto di soluzione fredda, permette una pulizia profonda del letto della ferita. 

 

È uno strumento ad uso infermieristico (con formazione avanzata) in quanto è selettivo: gli ultrasuoni emessi sono impostati in modo tale da “rompere” solo la struttura del tessuto non vitale, lasciando intatto il tessuto sano presente. La seduta di debridement ad ultrasuoni è di breve durata e ben tollerata dai pazienti che, generalmente, applicando prima della seduta una crema anestetica sulla ferita, non avvertono alcun dolore. Dispone di vari programmi che permettono una assoluta personalizzazione del trattamento. 

Questo strumento può essere impiegato per il trattamento di tutte le ferite difficili (piede diabetico, ustioni, ulcere arteriose e venose, lesioni da pressione) con importanti vantaggi per il paziente: riduzione e gestione del dolore, riduzione dell’essudato, diminuzione del tempo di debridement e minor numero di trattamenti e sedute di medicazione. 

Lo strumento non solo è di facile uso, ma, essendo trasportabile al domicilio del paziente, assicura il trattamento anche alle persone con mobilità limitata. 

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